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Michele Triboli, da sempre divertito dai giochi con le parole, scrive filastrocche in maniera estemporanea. Su libri di testo e quaderni di appunti al liceo e all.università, su agende o fogli vaganti a casa e al lavoro. Questa piccola raccolta è frutto dei ritrovamenti fatti nel corso degli anni; ogni tanto gli capita di aprire un vecchio diario e trovare versi ormai dimenticati. Paradossalmente, non ama la poesia, a meno che la metrica, le rime, il citazionismo e il piacere ludico dello scrivere siano amalgamati gli uni con gli altri. Si trova d'accordo con Pietro Chiari, quando scriveva che "Chi parla in prosa a zente / che sia del verso amiga / o poco el sa de versi / o nol vol far fatiga".